Israele ed il mito di Giobbe Dal momento del ritiro degli insediamenti colonici nella striscia di Gaza, compiuto dal governo Sharon oramai otto anni fa, la risposta palestinese è stata una pioggia di missili qassam, scatenata contro i confini dello Stato ebraico. Quando il governo Olmert si è risoluto per un intervento militare a Gaza, ottenne poco o niente. Senza Sharon alla sua guida il partito di Kadima non è riuscito a realizzare la sua promessa politica. Netanyahu di nuovo al governo dieci anni dopo aver concluso il suo primo mandato, ha avuto un compito difficilissimo. Non aveva più di fronte al Fatah, ma i l’intransigenza fanatica di Hamas, e non si è mai trovato d’intesa con l’ amministrazione Obama della Casa Bianca. Senza contare le rivoluzioni arabe ai confini. Il governo Netanyahu si è mosso con la circospezione di un elefante chiuso in una cristalleria fino al momento in cui sono stati rapiti ed uccisi quei poveri tre ragazzi ebrei. C’è un livello di sopportazione per tutto, ed Israele non è necessariamente obbligata al mito di Giobbe. Mentre Netanyahu ha mosso i suoi blitz aerei su Gaza, preoccupandosi persino di avvertire i civili perché non venissero coinvolti. Assad ha messo a ferro e fuoco Aleppo. Non abbiamo ancora notizie sulla possibile battaglia finale del regime siriano contro i ribelli, ma sappiamo invece che per le bombe intelligenti di Netanyahu si è subito parlato di un crimine contro l’umanità. I dittatori arabi possono massacrare i palestinesi impunemente. Se un premier israeliano colpisce una cellula militare di terroristi, l’Onu da fiato a tutte le sue trombe e si mobilita la comunità internazionale. Persino il senatore Kerry ha offerto la sua mediazione, dimenticandosi evidentemente la figura americana fatta in Libia, quella in Egitto, quella altrettanto in Siria ed in Iraq. Tutte tali da consigliare al segretario Usa di occuparsi d’altro. Anche perché chi è in grado di mediare con Hamas? Forse lo erano i fratelli mussulmani al Cairo, ma ora ci sono i generali. La loro proposta di tregua è buona per Fatah. A Gaza purtroppo comanda Hamas. Può Israele dopo un ritiro unilaterale, accettare anche una tregua unilaterale? Solo se fosse Giobbe. Questa volta la misura è davvero colma. Roma, 15 luglio 2014 |